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Il 40% dei ragazzini sotto i 13 anni è già iscritto ai social media. Il 38% dei minori coinvolto in episodi di bullismo

08 Giugno 2021

Qual è il rapporto tra giovanissimi e social media? E come si relazionano i minorenni con le molestie subite online? Thorn, insieme a Benenson Strategy Group ha realizzato una ricerca per identificare le tendenze online tra i minori, andando a studiare tematiche come le molestie subite online e i modi per proteggersi.

Che cosa dice lo studio?

Lo studio, durante il quale sono stati intervistati oltre 1000 ragazzi tra i 9 e i 17 anni, mette in evidenza quattro punti chiave:

  • I minorenni hanno interazioni sessuali online sia con i coetanei sia con gli adulti che si nascondono dietro finte identità di minorenni; e questo, inoltre, avviene a un tasso relativamente simile.
  • I minorenni hanno più del doppio delle possibilità di utilizzare strumenti di sicurezza online per difendersi da potenziali interazioni sessuali dannose, rispetto ai sistemi di aiuto offline, come caregiver o coetanei.
  • Bloccare un utente è visto dai minori come uno strumento di risposta sufficiente in caso di minacce online, risultando più accessibile e meno punitivo. Di conseguenza, tra i minori, il blocco è molto più comune della segnalazione della molestia alla piattaforma.
  • Né il blocco né la segnalazione sono sufficienti a proteggere i minori dalle molestie continue portate avanti da altri utenti sulla piattaforma.

Il 38% dei minori coinvolto in atti di bullismo

Tra le esperienze più comuni riportate, si segnala che circa il 38% dei minori è stato coinvolto in atti di bullismo o generalmente in situazioni spiacevoli. In particolare, le esperienze online di bullismo o le situazioni spiacevoli sono particolarmente diffuse tra i minori LGBTQ+: circa il 45% di loro ha segnalato di esserne stato vittima, rispetto al 37% non LGBTQ+.

Ciò che risulta da questa analisi è che, purtroppo, esperienze potenzialmente dannose non sono più isolate negli angoli bui web, ma si svolgono tutte le principali piattaforme. Per i minori, i social con i più alti tassi di esperienze potenzialmente dannose sono stati Snapchat (33% per i LGBTQ+ e 25% per i non LGBTQ+) e Instagram (29% per i LGBTQ+ e 25% per i non LGBTQ+)

Come reagiscono i giovanissimi?

Un ragazzo su quattro, circa il 24% dai ragazzi tra 9 e 17 anni che ha avuto un'interazione potenzialmente dannosa online, non si è rivolto a nessuno per avere aiuto. Tra i minori, quasi due terzi (62%) ha dichiarato di aver scelto di non segnalare il problema perché ritenevano non fosse grave e uno su quattro ha detto di non averlo fatto, invece, per questione di privacy (24%) o imbarazzo (23%).

Inoltre, tra i minori, la fascia di età più a rischio sembra essere quella dei più piccoli. Nella fascia tra i 9-12 anni, il 50% ha segnalato problemi in rete, rispetto al "solo" 35% di quelli che hanno tra i 13-17 anni.

Per i minori oltre al rischio dell'adescamento, si corre il pericolo che inviando immagini sulle piattaforme social, questi contenuti possano essere utilizzati come ricatto per i giovanissimi o attirando offese, magari sull'aspetto fisico della vittima: il cosiddetto bodyshaming.

Come contattare Stop alle Offese?

Stop alle Offese si occupa di tutela gratuita dalla diffamazione online. Per contattare i nostri esperti, puoi compilare questo form o scrivere una mail segnalazioni@stopalleoffese.it